Dianetics

Prima puntata della serie dei libri non letti, dedicata al testo sacro degli scientologi, vale a dire Dianetics, di Ron Hubbard.

Dianetics
Foto di Alexey Taktarov su Unsplash

Con questo post voglio inaugurare la serie dei "Libri non letti", in cui provo a parlare di tutti quei libri che ho comprato nel corso della mia vita ma che non ho mai finito di leggere. Alcuni, ad essere onesti, non li ho nemmeno mai iniziati.

La prima puntata della serie la dedico a "Dianetics", il farneticante libro di L. Ron Hubbard che getta le fondamenta intellettuali di quella combriccola di malati di mente che prenderà poi il nome di Scientology.

Antefatto

Correva l'anno duemilaequalcosa e, all'epoca, lavoravo (si fa per dire) in una biblioteca della mia zona. I volumi presenti erano prevalentemente di orientamento classico e religioso, e vi si trovavano anche molte enciclopedie e libri antichi.

Sbirciando tra gli scaffali, mi cadde l'occhio su un mattoncino color rosso o arancione scuro; il titolo mi colpì immediatamente: Dianetics: la forza del pensiero sul corpo.

In quegli anni ero particolarmente attratto da questo genere di psicostronzate, quindi iniziai a sfogliarlo con un certo interesse, leggendo qualche paginetta di tanto in tanto. Poi però smisi di frequentare la biblioteca e mi dimenticai di quel libro.

Qualche anno più tardi, visitando con la mia fidanzata dell'epoca una fiera in un paesello poco distante dal mio, mi imbattei in uno stand sul quale campeggiava un enorme striscione con la faccia e il nome di Ron Hubbard. Istintivamente esclamai «Toh, Hubbard! Ancora in giro?!», al che il giovanotto dello stand rispose, con un certo orgoglio tutto "scientologo", «Ma certo che sì!».

Mi invitò a dare un'occhiata ai volumi che tentava inutilmente di spacciare, ma mi allontanai velocemente, maggiormente attratto dallo stand dove vendevano tartufo e funghi porcini.

La ricaduta

Qualche anno fa, nel pieno della pandemia e in preda a una crisi esistenziale, mi sono ricordato di quel libro maledetto e ho deciso di comprarlo per provare a leggerlo con maggiore attenzione. Speravo di trovare al suo interno qualche segreto che mi permettesse di riprendere il controllo della mia vita, di affrontarla con maggiore consapevolezza.

Dopo aver letto i primi capitoli, e trovando i ragionamenti del tutto sconclusionati e privi di qualsiasi utilità, ho rimesso il libro all'interno della mia piccola biblioteca casalinga, un po' nascosto, vergognandomi di averlo pure pagato.

Allo stesso tempo ho iniziato anche a domandarmi per quale strano motivo un'opera del genere fosse finita in una rispettabile biblioteca statale...

Misteri della fede.